Come Funziona la Memoria umana?
Come funziona la memoria umana, e come saperlo può esserci utile per imparare una nuova lingua?
Quando ho iniziato questo percorso nell’apprendimento dell’inglese, non sapevo nulla di cervello, e chiariamo, anche adesso sono l’ultima persona della quale dovresti fidarti quando parla di cervello.
Se ne parlo è solo per dire cose molto semplici, che è sempre possibile verificare con una minima ricerca online, o al massimo per far capire dei concetti con delle metafore.
E non sapevo nulla di cervello neanche quando ho sviluppato il mio metodo di studio per imparare l’inglese, lo Switch On, anche perché come forse già saprai se segui questo canale, ci sono arrivato solo dopo a capire che ciò che stavo facendo, funzionava davvero.
Chiaramente se ancora non segui questo canale, ascolta questo video, e se ti lascerà qualcosa di utile, seguimi anche tu.
Nonostante non sapessi nulla di cervello, quando il metodo di studio si è rivelato efficace, mi sono finalmente informato su come funzionasse la memoria umana, e ho approfondito almeno quanto bastava a capire perché, ciò che facevo, mi stava servendo.
La domanda più importante che possiamo farci parlando di apprendimento e di cervello, è come funziona la memoria, perché sai com’è, le informazioni che apprendiamo, lì dovranno restare.
Anche se pochissimi sanno il vero motivo, per tutti è scontato il fatto che per aggiungere un’informazione alla propria memoria, la si debba ripetere più volte.
Come funziona la memoria nel nostro cervello?
Praticamente la memoria funziona così. Appena riceviamo un’informazione attraverso i nostri sensi, questa va a finire nella nostra memoria a breve termine, dove se l’informazione non sarà troppo importante o sconvolgente, sparirà entro poco tempo, in quanto il cervello punta a risparmiare le proprie energie (per essere sempre il più efficiente possibile), quindi quando si rende conto che una cosa non serve, non ha motivo di mantenerla, e la elimina in modo da non averla più in mezzo ai piedi mentre sta lavorando con altro.
Ma cosa avviene realmente nel nostro cervello, e perché ripetere l’informazione, la trasmetterà dalla memoria a breve termine, alla memoria a lungo termine?
Innanzi tutto, dobbiamo sapere che riusciamo a comprendere la realtà che ci circonda grazie al sistema nervoso, che è formato da cellule che si chiamano neuroni.
Il compito dei neuroni è ricevere un messaggio, e comunicarne un altro.
Appena attraverso uno dei nostri sensi, un’informazione arriva al cervello, passando proprio dal sistema nervoso, avviene una vera e propria modifica fisica dei neuroni, che diventano tali da poter restituire indietro l’informazione nel caso sia richiesta dal no nell’immediato.
Questa modifica alla ricezione dell’informazione, ha appena formato la nostra memoria a breve termine.
Se non avremo ancora modo nel breve periodo di richiamare quell’informazione, o di riceverla ancora dall’esterno, presto i neuroni si modificheranno ancora e le informazioni della memoria a breve termine saranno sostituite con altre più recenti.
In caso contrario invece, ovvero se avremo ancora modo di utilizzare quell’informazione, quelle modifiche ai neuroni subiranno un processo di consolidamento, dando origine a nuove modificazioni alle cellule nervose, e alla formazione o al rafforzamento di nuove sinapsi, ovvero nuovi punti di contatto tra i neuroni.
Memorizzare quindi significa letteralmente creare e consolidare queste connessioni sinaptiche.
La memoria? Ricordi distribuiti in una Rete di neuroni
Dopodiché, la cosa più utile da sapere è che Aggiungere un ricordo non va a modificare un singolo neurone, o ad aggiungere un mattoncino singolo in un punto preciso che identifica quell’informazione, ma avviene piuttosto una codificazione distribuita di quel ricordo, che viene diviso un pezzo qua e un pezzo là, all’interno dell’intera rete di neuroni.
Un ricordo può coinvolgere centinaia di migliaia di neuroni, e più neuroni sono coinvolti con quell’informazione, e più il ricordo è robusto.
Il ricordo di mio fratello, è connesso anche a quello di mio padre e mia madre, che sono connessi a loro volta con il ricordo della casa dove sono cresciuto, che è connessa al ricordo del mio paese di origine, e così via.
Più la cosa è connessa ad altre in modo importante, e più ce la ricorderemo. E proprio questa distribuzione, renderà il perdere qualche neurone non importante al fine del mantenimento del ricordo, perché come abbiamo detto prima, è distribuito.
Detto male, per dimenticarmi di mio fratello, dovrei dimenticarmi anche di mio padre, e delle millemila altre cose con le quali è connesso mio fratello nella mia memoria.
Memoria e apprendimento delle lingue
Ma questo come ci è utile per imparare l’inglese?
Ci è utile saperlo perché meno le informazioni che andremo a inserire saranno connesse con qualcosa di già presente, e meno potrà essere la nostra memoria di quell’informazione.
Se invece l’informazione sarà abbastanza connessa a qualcosa di già presente, sarà richiamata più volte nel tempo anche solo ripensando a qualcos’altro a lei collegato, diventerà facilmente una parte importante e solida di quella rete già esistente, e questo ti renderà molto più difficile dimenticare le cose che impari, anche nel brevissimo periodo.
Questo è tutto ciò che ci serve sapere sulla memoria, e anche se sono arrivato a capirlo solo dopo tempo, è proprio la facilità nel creare questo genere di connessioni nella nostra memoria che consente al metodo Switch On di essere davvero efficace per imparare l’inglese in tempi rapidi.
Se hai visto la lezione di presentazione del metodo su ingleseautodidatta.it, dovresti arrivarci da solo a capire come quel sistema sia fortemente collegato a ciò che ti ho appena detto in questo articolo.
Buona pratica a tutti!